Sabato 5 settembre 2020 la Società Botanica Ticinese ha organizzato un’uscita tra i vigneti del Mendrisiotto per osservarne le particolarità. Sotto la guida del biologo Bruno Bellosi, abbiamo visitato un bellissimo vigneto a Rancate in una splendida giornata di settembre. Bruno Bellosi, esperto conoscitore della flora insubrica, nel 2011 ha svolto il suo lavoro di master per l’università degli Studi dell’Insubria (Como) studiando la composizione floristica di una cinquantina di vigneti all’interno del progetto BioDiVine in collaborazione con il WSL di Bellinzona, l’Agroscope di Cadenazzo e il Museo di Storia Naturale di Lugano.
La composizione floristica dei vigneti può variare in funzione di più aspetti e in particolare quelli più significativi sono: l’esposizione, la tipologia del suolo, la struttura (presenza o meno di scarpate o altri elementi come i muri a secco), l’interferenza degli ambienti esterni (area aperta, foresta, antropico) e la gestione. La gestione, in generale costituita da sfalci, diserbi o altri trattamenti in chioma, è tema di sensibilità pubblica perché ha un ruolo molto importante sul grado di conservazione della natura, l’analisi dei dati raccolti si è prefisso difatti, oltre a inquadrare la floristica in genere di un vigneto, l’obiettivo di fornire delle misure di riduzione di impatto garantendo la produttività viticola. I vigneti possono essere divisi in tre principali ambienti: la fila, ambiente sottostante il vigneto che viene regolarmente trattato con erbicidi o sfalciato; lo spazio di interfila, con sfalci più o meno frequenti, e per i vigneti su pendio, le scarpate. Le scarpate che sono solitamente sottoposte ad un numero minore di sfalci e che presentano un’ottima esposizione, a volte ricordano i prati magri e sono particolarmente interessanti dal punto di vista botanico. Nel vigneto che abbiamo visitato erano stati rilevati da Bruno 133 taxa e nonostante la stagione avanzata, abbiamo potuto anche noi rilevare una trentina di specie diverse distribuite tra le scarpate ancora non sfalciate. Una specie in particolare ha suscitato il nostro entusiasmo: la Campanula bononiensis L., una specie che in Ticino troviamo soprattutto nel Mendrisiotto e minacciata in Svizzera (specie vulnerabile della Lista Rossa). Tra le altre specie presenti possiamo citare: Petrorhagia prolifera (L.) P. W. Ball & Heywood, Dianthus seguieri Vill., Calamintha nepeta (L.) Savi, Campanula rapunculus L. e Fallopia convolvulus (L.) Á. Löve.
Nel pomeriggio ci siamo spostati poi a Meride per osservare un pendio composto da un prato all’apparenza estremamente secco, ma che nascondeva particolari meraviglie. Non sono sfuggite ai nostri botanici diverse interessanti specie tipiche di questo ambiente su terreno calcareo quali: Asparagus tenuifolius Lam., Allium carinatum L., Aster amellus L., Inula conyzae (Griess.) Meikle, Stachys recta L., Anthericum ramosum L., Serratula tinctoria subsp. monticola (Boreau) Berher, Teucrium montanum L., Asperula purpurea (L.) Ehrend. e Fumana procumbens (Dunal) Gren. & Godr.
Ringraziamo Bruno Bellosi e Laura Torriani per le interessanti spiegazioni e per l’organizzazione di questa bellissima giornata ricca di sorprese botaniche.
Carlotta Giacometti
foto: Laura Torriani e Hansjörg Schlaepfer