Il 16 settembre 2017 era una giornata umida e grigia: condizioni ideali per tuffarsi nel mondo dei licheni. È un mondo sconosciuto malgrado la loro onnipresenza. In essi la natura ha realizzato una fantastica astuzia: un lichene consiste di due partner: un fungo (nella maggior parte dei casi si tratta di un ascomicete) e un’alga (nella maggior parte dei casi si tratta di un’alga verde). La struttura del lichene (ciò che vediamo a occhio nudo) è prodotta dal fungo. Esso assume dall’ambiente circostante alimenti minerali mentre l’alga, tramite la fotosintesi, produce zuccheri. Fungo ed alga, due organismi diversi, con funzioni diverse che vanno a vantaggio di entrambi sono un classico esempio di una simbiosi (scoperta nella seconda metà del 20esimo secolo).
Bene. Se fosse tutto, il tuffo sarebbe già terminato. Invece l’astuzia incomincia solo adesso: questa forma di cooperazione permette al lichene di vivere in ambienti dove nessuno dei partner, se soli, riuscirebbe ad esistere. Si trovano licheni negli ambienti più disparati: dalle altissime quote delle cime himalayane all’Antartide, dalle zone tropicali alle rive dei mari e nei corsi d’acqua, sugli alberi, le rocce, se ne trovano persino su lamiere arrugginite, insomma si trovano licheni dappertutto. Il tempo ha portato questi organismi ad evolvere e “inventarsi” meccanismi che rendono la loro vita possibile.
Abbiamo avuto la fortuna di ascoltare Alberto e Cristina Spinelli, entrambi conoscitori del mondo dei licheni e, specialmente Cristina, dei funghi. Ci hanno accompagnati dapprima nei meandri della teoria ed in seguito, sotto una lieve pioggia, anche nel bosco vicino al centro Pro Natura di Acquacalda, per vedere e toccar con mano questi esseri particolari. Ognuno di noi ha trovato una vasta selezione di licheni, che, rientrati nel laboratorio, ha ammirato con l’ausilio della lente binoculare e del microscopio, facendo un primo tentativo di terminare quanto visto.
autori: Cristina e Alberto Spinelli, Hansjörg Schlaepfer