Un buon numero di soci, rafforzato anche da una delegazione di colleghi del Vallese e della Svizzera interna, si è recato a Bosco Gurin il 6 agosto 2017 per immergersi nelle bellezze dell’Alto Ticino. In questo mondo, unico in Ticino, si parla ancora il tedesco (“Ggurijnar Titsch”), importato dagli immigranti dal Vallese nel 14° secolo. La regione offre non solo sorprendenti spunti culturali ma anche botanici.
Siamo saliti in seggiovia fino in località Grossalp. Sotto la guida di Fedele Airoldi (egli stesso con radici Walser da parte materna) ci siamo incamminati lungo i sentieri storici attraverso vasti pascoli utilizzati per secoli, come testimoniano i muri a secco e i ruderi di baite: testimonianze di una cultura alpina ormai scomparsa.
In questa regione la flora è ricca grazie al susseguirsi di rocce cristalline e rocce calcaree. Lungo le creste del Ritzberg e sulla cresta del Bombögn (scoperta da Michele Jurietti negli scorsi anni) in primavera cresce la rara Saxifraga retusa.
Sempre alle pendici sud del Bombögn il solito buon Michele ha scoperto Potentilla grammopetala, altra specie molto rara. Ai piedi delle pendici del Martschenspitz abbiamo osservato Oxytropis halleri ssp velutina, la Rhodiola rosea imponente rappresentante delle Crassulaceae e molte altre specie calcifile.
Ci siamo fermati alla cascina rossa di Bann. Il colore di questa baita è dato dal lichene Xanthoria elegans. Una pausa ci ha permesso di ammirare ancora una volta il fantastico panorama sulla Valle di Bosco Gurin e le sue ripide cime. Durante la discesa abbiamo attraversato un luminoso bosco di larici, che ci ha offerto numerosi spunti sulla flora alpina come ad esempio un gran numero di Stemmacantha rhapontica.
Sui grandi massi di serpentino che si trovano nel paese alto, nel 1950 E. Sulger Büel scoprì Asplenium adulterinum, a quel tempo conosciuta solo nei dintorni di Arosa.
Abbiamo visitato il nucleo di Bosco Gurin: esso vanta tipiche case plurisecolari Walser, con la base in pietra e la parte superiore in legno di larice.
Una bevanda rinfrescante ci ha permesso di rimetterci e di terminare questa interessante uscita in compagnia dei botanici di oltre Gottardo.