In una calda domenica del mese di luglio 13 soci della nostra associazione hanno avuto l’opportunità di approfondire la famiglia delle Apiaceae, sotto la guida esperta di Adrian Möhl, botanico e grande conoscitore della flora svizzera.
Questa famiglia descritta per la prima volta da Teofrasto, filosofo e botanico greco del terzo secolo avanti Cristo, raggruppa circa 3780 specie nel mondo, di cui oltre un centinaio in Svizzera.
In un paesaggio idilliaco, un cielo blu e temperature oltre i 30 gradi, ci siamo incamminati nei dintorni di Rovio alla ricerca delle specie di questa famiglia, cercando di capirne le caratteristiche e le particolarità. Tutte le Apiaceae in Svizzera sono piante erbacee, presentano infiorescenze a ombrello facilmente riconoscibili, di colore bianco, giallo o rosa. I fiori sono caratterizzati da 5 sepali, 5 petali, 5 antere e 2 stili. Talvolta i fiori periferici delle infiorescenze sono irregolari, con i petali esterni nettamente più grandi per contribuire ad attrarre maggiormente gli insetti impollinatori. Le foglie sono alterne, senza stipole e spesso composte. Lo stelo è generalmente cavo e i frutti sono dei diacheni.
In questa famiglia vi sono infiorescenze che possono avere un numero elevatissimo di fiori, ad esempio, su un individuo di Heracleum sphondilium si possono contare fino a 100'000 fiori. Alcune specie come Heracleum mantegazzianum e Pastinaca sativa contengono sostanze fotosensibilizzanti (le furanocumarine) che inducono alla loro manipolazione con una certa cautela. Fra le Apiaceae più tossiche vi è la rara Aethusa cynapioides, i cui principi attivi costituiti da alcaloidi risultano estremamente tossici e spesso mortali, da cui l’importanza di non confonderla con altre specie abbastanza simili e commestibili.
Durante il percorso svolto attorno al Monte di Sant’Agata è stato possibile osservare 13 specie di Apiaceae, un numero non indifferente per la zona visitata. Fra queste possiamo menzionare: Daucus carota, Pastinaca sativa, Pimpinella mayor e P. saxifraga, Heracleum sphondilium, Anthriscus sylvestris, Peucedanum oreoselinum, Aegopodium podagraria e la bellissima Astrantia major, come pure le specie meno frequenti Sanicula europaea, Peucedanum venetum, Aethusa cynapioides e il rarissimo Cnidium silaifolium.
Una giornata ricca di scoperte, che ha entusiasmato i partecipanti e permesso di conoscere meglio questa fantastica famiglia, osservata in troppe occasioni con paure tramandate dal passato.
Testo: Antonella Borsari